Enzo Ferrari: ciò che ci rivela la firma di un illustre modenese

La grafologia è “lo studio di quella complessa onda o meglio, complessa encefalografia, che la punta della penna registra sulla carta durante l’atto dello scrivere”.

Tale disciplina consente di tracciare un profilo del temperamento del carattere di un individuo, analizzando gli elementi grafici (o segni) presenti nella sua grafia.
Occupandomi di grafologia ormai da oltre dieci anni, ed essendo sin dall’infanzia tifosa Ferrari, ho trovato naturale esordire nelle analisi di modenesi illustri esaminando la firma dell’ing. Enzo Ferrari.

L’analisi, peraltro limitata al solo autografo dell’ing. Enzo Ferrari, evidenzia alcuni interessanti aspetti del temperamento di un personaggio pubblico molto amato in tutto il mondo.

La firma risale ai primi anni ‘80, epoca in cui l’ing. Enzo Ferrari era nella piena maturità.
Essa è vergata con una penna stilografica dotata di un pennino grande piuttosto desueto, il quale amplifica l’effetto grafico di forza e decisione del tratto.
E’ noto che l’ing. Enzo Ferrari usava sempre la penna stilografica con inchiostro di colore viola.
L’uso costante dello stesso tipo di penna (stilografica) e del medesimo, inusuale, colore dell’inchiostro, evidenzia una personalità unica, originale, ed al tempo stesso fedele verso le proprie scelte.
Considerata sotto l’aspetto grafologico-temperamentale, la firma ci rivela un carattere vitale ed autonomo, molto determinato sia nel prefiggersi gli obiettivi, che nel raggiungerli.
L’autore manifesta un carattere caparbio e deciso, con forte propensione all’organizzazione.
La pressione grafica è tendenzialmente grossa, anche a causa del particolare tipo di penna usata; essa dimostra che l’autore non disdegna anche alcuni aspetti più “materiali” della vita, come il buon cibo o le cose belle, senza indugiare però in frivolezze.
Le cose troppo leggere, infatti, urtano il suo carattere fondamentalmente deciso ed essenziale.
Sotto l’aspetto cognitivo, la firma denota chiarezza nelle idee e nei ragionamenti, ed attitudine a conoscere ed elaborare i concetti in modo rapido.
I criteri seguiti nel suo giudizio sono fondamentalmente quelli della logicità, del buon senso e dell’equilibrio.
Dotato di accentuate capacità critiche, l’Autore dimostra di saper rispondere agli stimoli in modo razionale e di giudicare con indipendenza, sulla base delle proprie convinzioni, senza farsi influenzare dagli altri.
Nei rapporti con l’altro l’atteggiamento tenuto è apparentemente distaccato; infatti l’Autore teme di perdere la propria autonomia di giudizio, pertanto accoglie richieste o pareri altrui solo dopo averli meditati e valutati, e se non li condivide non esita ad opporvisi, combattendo con caparbietà per difendere le proprie idee.

Carattere che tende all’autoaffermazione, non per vanità, ma per convinzione profonda nel valore delle proprie idee, nei rapporti interpersonali è molto selettivo e tende ad avere un numero di amicizie limitato, ma duraturo nel tempo.
Abituato ad esprimersi con franchezza e decisione, ama essere apprezzato ma non adulato, e non si perde in sottigliezze o futilità.

Per quanto riguarda il profilo affettivo, la firma evidenzia un carattere fortemente riservato.
Lo Scrivente non è insensibile agli stimoli della sfera affettiva, e si attiva prontamente nei confronti delle persone verso le quali nutre affetto, tuttavia non è portato a manifestare pubblicamente i sentimenti che prova.
La firma, inoltre, rivela che lo Scrivente pretende il massimo da sé, in quanto in lui è particolarmente accentuato il lui il senso del dovere.

Possiamo pertanto concludere che la firma dell’ing. Enzo Ferrari ci rivela una personalità logica, razionale, ed allo stesso tempo fedele alle tradizioni ed alle proprie idee; esigente verso coloro che stima e che ama, ma prima di tutto esigente con sé stesso.
Un uomo che ha impegnato la sua esistenza per raggiungere un sogno che riteneva meritevole e giusto, sogno e che è riuscito a realizzare.

Biografia
Enzo Ferrari nasce a Modena il 18 febbraio 1898. Durante la prima guerra mondiale si occupa di zoccolare i muli dell’esercito e, nel 1918, rischia la vita a causa della terribile epidemia influenzale che colpì in quell’anno l’intero globo.
Viene assunto alla CMN, una piccola fabbrica di automobili riconvertita dalla fine della guerra. I suoi compiti includono test di guida che svolge con gioia. E’ in questo periodo che si avvicina seriamente alle corse e nel 1919 partecipa alla Targa Florio arrivando nono. Attraverso il suo amico Ugo Sivocci lavora all’Alfa Romeo che ha introdotto alcune vetture di nuova concezione per la Targa Florio del 1920. Ferrari guida una di queste vetture ed arriva secondo.
Nel 1923 gareggia e vince sul circuito di Sivocci a Ravenna, dove incontra il padre del leggendario asso italiano della prima guerra mondiale Francesco Baracca che rimane colpito dal coraggio e dall’audacia del giovane Ferrari e si presenta al pilota con il simbolo della squadra del figlio, il famoso cavallino rampante su di uno scudo giallo.
Nel 1924 agguanta la sua più grande vittoria vincendo la coppa Acerbo.
Dopo altri successi viene promosso a pilota ufficiale. La sua carriera nelle corse continua però solo in campionati locali e con macchine di seconda mano; ha finalmente l’occasione di guidare una vettura nuova alla più prestigiosa gara dell’anno: il Gran Premio di Francia.
In questo periodo si sposa e apre una concessionaria Alfa a Modena. Nel 1929 apre la sua azienda, la Scuderia Ferrari. Viene sponsorizzato in questa impresa dai ricchi industriali tessili di Ferrara, Augusto ed Alfredo Caniano. L’obiettivo principale dell’azienda è quello di fornire assistenza meccanica e tecnica ai ricchi acquirenti di Alfa Romeo che utilizzano queste vetture per le competizioni. Stringe un accordo con l’Alfa Romeo con il quale si impegna a fornire assistenza tecnica anche ai loro clienti diretti.
Nel suo primo anno la Scuderia Ferrari può vantare 50 piloti sia a tempo pieno che part-time tra i quali Tazio Nuvolari! Il team compete in 22 gare e totalizza otto vittorie e parecchie ottime prestazioni.
La Scuderia Ferrari diventa un caso di studio, forte anche del fatto che è il più grande team messo insieme da una persona sola. I piloti non ricevono un salario ma una percentuale sui premi delle vittorie, anche se qualsiasi richiesta tecnica o amministrativa dei piloti viene esaudita.
Tutto cambia quando l’Alfa Romeo annuncia la sua decisione di ritirarsi dalle gare a partire dalla stagione 1933 a causa di problemi finanziari. La Scuderia Ferrari può fare il suo vero ingresso nel mondo delle corse.
Dopo la guerra, Enzo Ferrari costruisce la propria prima vettura e, al Gran Premio di Monaco del 1947, fa la sua comparsa la Tipo125 con motore da 1,5 litri. La vettura è concepita dal suo vecchio collaboratore Gioacchino Colombo. La prima vittoria di Ferrari in un Gran Premio è nel 1951 al GP di Gran Bretagna con l’argentino Froilan Gonzales.
Le vetture sportive diventano un problema per Ferrari le cui vittorie agonistiche non riescono a soddisfarlo pienamente. Il suo mercato principale, ad ogni modo, è basato sulle macchine da corsa dell’anno precedente vendute a privati. Le vetture Ferrari diventano quindi comuni in tutti i principali eventi sportivi tra cui Le Mans, Targa Florio e la Mille Miglia. Ed è proprio alla Mille Miglia che Ferrari agguanta alcune delle sue più grandi vittorie.
In questo periodo Ferrari comincia a produrre la famosissima Gran Turismo disegnata da Battista “Pinin” Farina. Le vittorie a Le Mans ed a altre gare sulla lunga distanza rendono famoso il marchio modenese in tutto il mondo.
Nel 1969 Ferrari deve far fronte a gravi sforzi finanziari. In aiuto arriva la FIAT e la famiglia Agnelli.
Nel 1975 la Ferrari giunge ad una rinascita nelle mani di Niki Lauda che vince due titoli di Campione del Mondo e tre titoli di Campione Costruttori in tre anni.
Ma quella è l’ultima vittoria importante.

Enzo Ferrari non riuscirà più a vedere la sua squadra campione del mondo; muore il 14 agosto 1988 all’età di 90 anni.

 
 
Powered by Main Street Modena