La Bellezza “Si-Cura”

Sicpre 2017

“Documentatevi, chiedete se la struttura dove vi farete operare è accreditata al Servizio Sanitario Nazionale, se gli impianti per la sedazione sono a norma, chiedete soprattutto, al medico chirurgo da cui vi farete operare, il foglio dell’accreditamento e di poter accedere alla casistica refertata degli interventi fatti”.

Sono alcuni dei consigli suggeriti dal Prof. Giorgio De Santis, alla sessione aperta al pubblico “La bellezza Si-cura”, nell’ambito del 66° Congresso Nazionale della SICPRE, Società Italiana di Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica, che si è svolta per la prima volta a Modena, lo scorso settembre, in collaborazione con la Società Brasiliana di Chirurgia Plastica.

Il tema della sicurezza il filo conduttore del talk che ha visto sul palcoscenico del Bper Forum Monzani oltre al Prof. De Santis, direttore della Struttura Complessa di Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, Marco Klinger, Professore di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica presso l’Università degli Studi di Milano e Roy de Vita, Primario della Divisione di Chirurgia Plastica dell’Istituto dei Tumori di Roma Regina Elena, dove ha una casistica operatoria di oltre 10mila interventi chirurgici eseguiti da primo operatore.

Insomma i massimi esperti nazionali di chirurgia plastica ed estetica che, sollecitati dalle giornaliste, Silvana GiacobiniValentina Reggiani e Cristina Bicciocchi, hanno risposto a tante domande e curiosità che ognuna di noi, sedute fra il pubblico, avrebbe voluto chiedere in prima persona. 

Il dibattito è stato introdotto dalla nota giornalista “gentile” come ama chiamarla chi la segue da anni, Silvana Giacobini, che ha ricordato come sia sempre più frequente conoscere persone che sono ricorse alla chirurgia estetica in ambulatori di dubbia serietà perché attratte da prezzi “invoglianti” per poi ritrovarsi con problemi di salute anche seri o con conseguenze pericolose come materiali o sostanze iniettate che si distaccano e vagano per il viso o il corpo.
A tal proposito il prof. De Santis ha fatto subito chiarezza ricordando che l’addizione “medico”, non garantisce alla paziente sicurezza e serietà, in quanto chi può praticare la Chirurgia Estetica è esclusivamente lo “Specialista in Chirurgia Plastica ed Estetica”, specializzazione che si ottiene con 5 anni di studi in più rispetto al medico di base. Specialista che dopo la Laurea in Medicina e chirurgia ha proseguito quindi la formazione per altri 5 anni frequentando la Scuola di Specializzazione in Chirurgia Plastica. “Si tratta di uno specialista che deve avere anche abilità di psicologo - sottolinea il prof. Klinger - noi dobbiamo capire le ragioni che spingono una persona ad intervenire sul proprio corpo, modificandolo”, del resto, come disse il cantante Charles Aznavour a Silvana Giacobini dopo essersi rifatto il naso “se qualcuno ha un complesso e può eliminarlo fa bene a eliminarlo”.

È stato poi ricordata la possibilità, da parte delle pazienti, di richiedere la così detta etichetta della protesi, in caso di mastoplastica additiva, ovvero quel documento che ne riassume tutti i dati dal produttore come il numero progressivo di serie, oltre che il materiale utilizzato.

Per quanto riguarda invece i filler si può chiedere allo specialista di vedere il marchio CE sulla confezione della sostanza iniettabile, che ne testimonia la produzione e gli standard di sicurezza.

Il tema della sicurezza quindi al centro del dibattito, preceduto da una vera e propria campagna di consapevolezza sulla sicurezza promossa dalla Sicpre, per sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi che può comportare un intervento “sbagliato”. 

“Come qualunque altro intervento anche quello di chirurgia plastica - sottolinea il prof. De Santis - può comportare dei rischi per il semplice fatto che si entra in una sala operatoria e si viene sottoposti ad un’anestesia.

Ma i rischi aumentano, quando le richieste dei pazienti sono eccessive, e soprattutto, quando si utilizzano qualità scadenti dei materiali”. 

La normativa italiana su questi fronte non aiuta a fare chiarezza. 

In Italia, infatti, ci si può fregiare del titolo “Chirurgo Plastico” anche quando non si ha la specializzazione. 

“Perfino le pubblicità sono ingannevoli, – prosegue il prof. De Santis – quando si legge la dicitura ‘chirurgia estetica’  in una pubblicità bisogna diffidare, perché è una informazione sbagliata, ingannevole, la dicitura corretta infatti è chirurgia plastica. Spesso la pubblicità, o peggio i medici, giocano su questo equivoco, per cui affidare la propria pelle, magari in ambienti non accreditati a livello nazionale, a medici non specializzati, è come volare con un pilota d’aereo che ha fatto pochissime ore di volo e farsi trasportare dall’Italia all’altra parte del mondo, si può fare, è vero, ma con tantissimi rischi”.

“Il problema - interviene il prof. Klinger - è che il paziente spesso si affida ai consigli di amiche, parrucchiere ed estetiste, che a loro volta sono andate a rifarsi il seno o il lifting da amici medici che si sono improvvisati, o peggio, si sono affidate ad offerte, come quelle che si trovano su Groupon, a basso costo e altissimo rischio”.

È stato poi ricordato il caso di Carmen Di Pietro, la prosperosa soubrette che nel ’97 fu vittima di una brutta disavventura in aereo in seguito allo “scoppio” per così dire della protesi del seno sinistro rifatto.
Roy De Vita a quel punto ha sobbalzato sulla sedia ricordando a tutti che “i seni in silicone non “scoppiano”, possono sgonfiarsi per la perdita del liquido ma non scoppiano, le protesi –ha affermato il professore - sono sottoposte a stress elevatissimi, sono testate e non scoppiano come ogni tanto si sente dire”.

Roy De Vita ha poi continuato: “Spesso le pazienti prima di scegliere dove andare a farsi operare fanno indagini di mercato come si fa per acquistare per esempio un computer, ma dovete sapere che ogni chirurgo ha la sua specializzazione e il suo modo di lavorare, quello che faccio io per esempio non la fa Giorgio, e quello che sa fare bene lui non lo faccio io allo stesso modo, quindi la cosa migliore da fare è affidarvi a un bravo specialista, con il quale dovete avere un feeling, dovete trovarvi d’accordo”.

“L’uso e l’abuso, negli anni ’80 del silicone liquido, ha creato emergenze acute, infezioni, effetti collaterali ritardati, come noduli o granulomi migrati nel volto, dalla zona dove era stato iniettato il silicone ad altre aree, creando vere e proprie patologie – ha sottolineato Giorgio De Santis - questi filler sono stati ritirati e oggi sono illegali. Premesso, che le così dette “punturine” hanno comunque rischi molto alti. Venivano da noi, in clinica, diverse pazienti che presentavano asimmetrie, infezioni, granulomi al volto da noi risolti mediante chirurgia che lasciava però effetti cicatriziali spesso molto brutti. Ci è venuto in aiuto un laser che grazie all’effetto del calore scioglie questo materiale e, a seconda delle sedi dove si deposita e della quantità di materiale utilizzato, viene poi drenato attraverso una piccola incisione. C’è stata una grande richiesta di questi interventi risolutivi. Negli ultimi nove anni di attività abbiamo superato le 1400 lesioni da filler. Anche per questo abbiamo fatto una campagna per promuovere i filler al viso riassorbibili con acido ialuronico che, entro una durata mediamente di quattro / sei mesi, viene riassorbito dal nostro corpo senza lasciare tracce. Inoltre promuoviamo l’autotrapianto con il tessuto adiposo della paziente, prelevato da zone del corpo come il gluteo o la pancia, che contiene un’altissima percentuale di acido ialuronico.

Anche per questo motivo siamo stati premiati e nel mese di ottobre andremo in Florida a ritirare un premio come miglior lavoro in Plastica Estetica”.

“Ma quali sono gli elementi che forniscono garanzie in termini di sicurezza quando si affronta un percorso di Chirurgia Plastica ed Estetica?” chiede Cristina Bicciocchi, Presidente di Profilo Donna: “Prima di tutto la sicurezza della struttura - risponde il prof. Klinger - lo stesso risultato lo puoi ottenere sia in una struttura grande come nella piccola. La differenza la fa l’emergenza.

Mi spiego meglio. In una struttura grande sono presenti più anestesisti e lo staff medico è al completo, in una struttura piccola no. Per avere la sicurezza totale della buona riuscita di un intervento dobbiamo avere una paziente sicura. Infine, ci sono tre cose indispensabili per avere garanzie: un buon medico professionista, una struttura adeguata e una paziente che rispetti gli accordi presi all’inizio”.

Quindi anche la paziente è determinante per la buona riuscita di un intervento estetico. Paziente, che deve farsi seguire anche dopo l’intervento con le visite di controllo, deve rispettare le indicazioni del medico e soprattutto deve avere aspettative realistiche, evitando di chiedere cose inopportune per il proprio corpo e per il proprio aspetto.

“La maggior parte delle pazienti - continua Roy De Vita - ha aspettative irrealistiche, la stragrande maggioranza delle persone per esempio è convinta che la liposuzione oltre a togliere la cellulite faccia dimagrire, per cui si sottopone ad un intervento chirurgico sostanzialmente per evitare la dieta, quindi per evitare la fatica. Vedete io sono dimagrito 15 chilogrammi, ma c’è solo un modo per dimagrire, non mangiare, non ci sono scorciatoie. Un intervento chirurgico estetico non ti cambia la vita, cambia la percezione che hai della tua vita”.

Un altro tema su cui sono stati puntati i riflettori è stato quello dei costi, spesso troppo elevati, degli interventi di Chirurgia Plastica ed Estetica. 

“Dopo il turismo dentale oggi assistiamo anche al turismo di chirurgia plastica – chiede Valentina Reggiani, giornalista de Il Resto del Carlino Modena – anche nella nostra città sappiamo che ci sono persone che accompagnano i pazienti nei paesi dell’Est per la ricostruzione dei denti a basso costo o per rifarsi il seno o le labbra”.

“È un grosso errore essere attratti dal prezzo – risponde Klinger – bisogna sapere che se un intervento è costato poco significa che i materiali utilizzati sono di bassa qualità e la struttura dove ci si è fatti operare non è sicura, senza parlare del professionista”.

Il dibattito è poi virato su un aspetto molto più delicato e problematico, ovvero gli interventi di ricostruzione mammaria in seguito a quadrantectomia o mastectomia per tumore al seno.

“Cosa ne pensate dell’effetto Joly?”chiede Silvana Giacobini, riferendosi alla mastectomia totale a cui si è sottoposta l’attrice Angelina Joly, dove aver scoperto di avere una mutazione genetica che l’avrebbe esposta ad un altissimo rischio di tumore al seno.

Secondo Roy de Vita “ha fatto una cosa assolutamente giusta. Le aspettative di vita di una paziente con quelle caratteristiche, a fronte di una profilassi del genere, sono altissime. Il test genetico viene richiesto da tantissime pazienti, per questo si chiama “effetto Joly”, ma ci devono essere determinate caratteristiche per poterlo fare, innanzitutto avere famigliarità con il tumore al seno, ovvero una mamma, una nonna o una zia che lo ha avuto.
Se invece non sono presenti mutazioni genetiche si effettua una mastectomia o una quadrantectomia, poi, se non ci sono controindicazioni, si procede con una ricostruzione tramite protesi al seno operato e un intervento controlaterale se viene richiesto dalla paziente”.

“Sempre più uomini si sottopongono a interventi di chirurgia estetica?” chiede Valentina Reggiani.

“Certo, molti uomini chiedono la riduzione delle mammelle - risponde Roy de Vita - un problema che è direttamente legato all’alimentazione e alla quantità di ormoni che mangiamo inconsapevolmente attraverso la carne. Sempre più uomini hanno le mammelle, come vedete nelle spiagge”.

“Un altro intervento di cui si sente molto parlare è la ricostruzione dei genitali”, sottolinea Silvana Giacobini, “non lo pratichiamo molto, anche se all’interno di questo congresso, - risponde Giorgio de Santis - c’è una sessione dedicata proprio al ringiovanimento dei genitali esterni”.

“Cosa ne pensate dei chirurghi che aumentano il seno fino alla sesta o settima misura?” prosegue la Giacobini “Io di solito – risponde De Santis - faccio questo esempio alle signore che mi fanno richieste eccessive, lei che porta il 40 di scarpe metterebbe una scarpa del 38? Come si sentirebbe il suo piede? Bene, allo stesso modo se lei porta una seconda non può chiedermi di rifarle il seno con una sesta di misura perché il suo corpo ne soffrirebbe oltre ad ottenere un aspetto irrealistico e poco naturale”.

“La Sicpre potrebbe far causa a un chirurgo che si presta a fare una cosa simile?” chiede Silvana Giacobini “Non potrebbe denunciarlo nemmeno l’Ordine dei Medici se c’è un accordo fra il medico e la paziente“ ribatte Roy de Vita “rimane il fatto però che se una paziente mi chiede una cosa innaturale io mi rifiuto di operarla, ma sta alla coscienza e al buon gusto del chirurgo”.

E ancora, “Ci possono essere interferenze fra protesi e allattamento?” chiede Cristina Bicciocchi “assolutamente no. Quello che accadrà al seno una volta operato, nessuno lo può sapere ma certamente, se tutto procede bene, non ci sono interferenze fra una protesi e l’allattamento”.

“In caso di gigantomastia, ovvero di seno troppo voluminoso, che continua a crescere, voi consigliate l’intervento di riduzione?” continua Cristina Bicciocchi

“Certo – risponde Giorgio De Santis – negli Stati Uniti, dove è un fenomeno molto più frequente che da noi in Italia, si interviene ed è stato dimostrato che la riduzione del seno migliora la postura e il sovraccarico dorsale che si crea con un seno molto pesante. La riduzione del seno poi permette la prevenzione tumorale perché statisticamente si tolgono anche cellulare tumorali”.

Seduti in platea, oltre alle ospiti di Profilo Donna, erano presenti specializzandi e neo specialisti di Chirurgia Plastica, interessati ad approfondire i temi affrontati.

“La nostra Società scientifica ha il dovere di tutelare, istruire e aggiornare i giovani colleghi – ha commentato il Presidente Giorgio De Santis – per questo li abbiamo coinvolti in un confronto diretto con i colleghi europei”.

Dopo il talk show, aperto al pubblico per informare sempre più le persone su come approcciare nel modo migliore gli interventi di chirurgia plastica, la serata è stata dedicata alla presentazione ufficiale del 66° Congresso Sicpre a Modena, presso l’Aula Magna dell’Accademia Militare. Oltre 350 invitati, tra Autorità e Professori accreditati, hanno preso parte all’evento terminato con un ricco buffet presso le sale di rappresentanza del Palazzo Ducale. 

 
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