Le donne di casa Ferrari

Floriana e Antonella Ferrari parlano a cuore aperto del loro rapporto madre-figlia, della loro famiglia, ma anche del ruolo che ricoprono le donne nel mondo del lavoro. Un tenero ricordo di Antonella per quel nonno così famoso, per il quale è stata, sicuramente, la donna più importante della sua vita.

di Edda Ansaloni


Ho incontrato Floriana ed Antonella Ferrari nella loro casa e, come sempre, sono stata accolta con affetto e calore. Le conosco da molti anni ed ho visto Antonella da bambina diventare una donna.
É diventata una donna forte, impegnata, determinata ma il suo carattere sempre cordiale nei confronti delle persone e la sua dolcezza nei riguardi della famiglia è rimasta immutata. Lei, unica nipote, amatissima, del grande Enzo Ferrari, non si è mai montata la testa, come avrebbero fatto in tante: è rimasta invece una donna semplice, disponibile, sempre sorridente. É bellissimo vedere il grande amore che ha verso il padre e la madre, per non parlare dei figli, dei quali più che madre sembra sorella maggiore. Anche Floriana non ha mai fatto pesare di essere l’unica nuora che abbia mai avuto Enzo Ferrari.
É sempre rimasta al fianco del marito con semplicità e lo ha sostenuto nella carriera. Piero e Floriana Ferrari hanno condiviso un progetto comune di vita e di famiglia. Direi che sono sicuramente un esempio da seguire. Ho preparato una serie di domande da fare alle donne di casa Ferrari, per capire meglio alcuni aspetti della loro vita e del loro modo di essere mogli e madri, ma anche per capire la loro visione della vita.

Cosa significa il nome Ferrari a Modena e nel mondo?
ANTONELLA: «Da bambina questo nome per me non significava più di tanto: era semplicemente il mio cognome. Crescendo ho cominciato a viaggiare e solo allora mi sono resa conto del significato che ha questo nome nel mondo. Non passavo imbarco doganale o aereo senza che mi venisse chiesto se appartenevo a quella famiglia Ferrari».
FLORIANA: «Per me il nome «Ferrari» significa tanto, ma anche nulla. Ti spiego meglio: ritengo che i veri Ferrari siano Piero e Antonella. Io sono nata Nalin e ho sempre cercato di vivere defilata, senza far pesare a nessuno il nome che ho acquisito sposandomi con Piero».

Antonella, tu hai un rapporto molto speciale con tua madre. Ne vuoi parlare?
«Mia madre, al di la del suo aspetto dolce, è una donna molto forte. Si è sempre dedicata a me, a mio padre e ai miei figli con una passione e un amore unici. Posso tranquillamente affermare che ha sacrificato tanto, pur di essermi accanto ogni volta che ne avevo bisogno. Ammiro molto mia madre e tutto quello che ho imparato lo devo a lei. Mi ha sempre dato degli ottimi consigli, anche per quanto riguarda lo stile e l’estetica.
Nei momenti più importanti e più delicati della mia vita mi è sempre stata vicina. Come dimenticare che in occasione della nascita dei miei due figli, Enzo e Piero, lei era lì vicina a me. Ha addirittura preteso, e ottenuto, di venire in sala operatoria in occasione della nascita del mio secondogenito, nato con taglio cesareo.
La sua presenza, anche in quell’occasione, è stata importantissima, fondamentale».

Mi volete parlare del vostro rapporto con Enzo Ferrari, in qualità di unica nuora ed unica nipote del grande costruttore?
ANTONELLA:» Di mio nonno ho un ricordo molto diverso dalla sua immagine pubblica. In famiglia era molto dolce, affettuoso. Con me lo era in modo particolare: mi ha sempre coperta di regali e ogni volta che esprimevo un desiderio lui faceva di tutto per esaudirlo. Solo una volta mi ha detto di no ed è stato quando gli ho chiesto il motorino, però mi ha promesso che al compimento del mio 18esimo anno di età mi avrebbe comperato una macchina e così è stato. Era una Ritmo Cabrio carrozzata Bertone, che trovai parcheggiata nel giardino di casa proprio il giorno del mio compleanno».
FLORIANA: «Verso mio suocero avevo un timore riverenziale. Sapevo però che egli ci amava. Le ultime parole che mio suocero ha scritto sulla sua agenda sono state Piero e Antonella. Era il 9 luglio 1988».

Voi gli avete regalato anche la gioia di diventare nonno e bisnonno. Non credete che questi siano stati due momenti incredibili nella vita di un uomo così impegnato nel lavoro?
FLORIANA: «Quando Antonella aveva poco più di 18 anni mi sono presa la responsabilità di dire ai miei suoceri che mia figlia aspettava un bambino. Eravamo tutti seduti a tavola per la colazione ed io pensai che quello fosse il momento giusto. Mi avvicinai ad Antonella, le cinsi le spalle, quasi a volerla proteggere, e diedi la notizia.
Era talmente lontano da loro il pensiero che Antonella potesse diventare mamma così presto, che quando dissi: «Antonella spetta un bambino» mia suocera equivocò pensando che quel pomeriggio dovesse venire un bambino in visita a casa nostra. Spiegai allora che mia figlia era incinta e a quel punto mio suocero accostò le labbra al tovagliolo, le deterse e poi disse: «Non avrei mai pensato a 89 anni di diventare bisnonno. Grazie Cocca».
ANTONELLA: «Non ho mai visto mio nonno tanto emozionato e commosso come quando incontrò il mio piccolo Enzo per la prima volta. Non appena tornai a casa dall’ospedale portai il bambino da mio nonno. Lui mi aspettava.
Era ancora in pigiama e per una volta aveva dimenticato i suoi impegni di lavoro. Aspettava infatti con ansia quel momento, il momento nel quale avrebbe incontrato suo pronipote. Ricordo come fosse adesso che, nonostante i problemi di deambulazione che aveva, non appena mi vide si mise a correre e quando mi fu vicino allungò le braccia per prendere il mio bambino. Eravamo entrambi emozionati e per me quello fu un momento talmente speciale, che non lo potrò mai dimenticare. Mio nonno mi chiese come lo avevo chiamato e quando gli comunicai che gli avevo dato il suo nome mi disse che avevo fatto bene, perché era un nome corto, quindi facile da ricordare.
Nonostante i suoi sforzi non riuscì però a nascondere l’orgoglio che provò in quel momento. Mio nonno ha avuto tante soddisfazioni nella sua vita, ha vinto tanti campionati, ma quel momento fu sicuramente il più importante e il più emozionante della sua vita».
FLORIANA: «Quando portammo a casa Antonella dall’ospedale con il piccolo Enzo io e mio marito restammo in disparte per far sì che mia figlia vivesse il momento dell’incontro con il nonno in modo speciale. Loro due avevano sempre avuto un rapporto stretto, unico, un rapporto nel quale nessuno era mai riuscito ad entrare e ritenemmo giusto fare vivere quell’importante evento restando un attimo nell’ombra. Ho ancora davanti agli occhi questo nonno in pigiama che, se pure a fatica, correva incontro alla nipote, per vedere il pronipote: è stata un’intesa di amorosi sensi. Quando nacque mia figlia fui assistita nel parto da mio fratello Antonio (Antonio Nalin era un valente medico e l’unico fratello di Floriana, purtroppo scomparso prematuramente). Antonella era la fotocopia esatta di mio suocero, gli mancavano solo gli occhiali neri. Quando Enzo Ferrari la vide disse che era graziosissima, cosa che non era affatto vera: tra loro fu però amore a prima vista».

Floriana, hai vissuto una vita al fianco di tuo marito Piero. Con lui hai praticamente condiviso tutto e lo hai sempre accompagnato nei suoi numerosi viaggi. É stato un impegno molto faticoso? Quanto pensi sia stato importante la tua presenza per la sua carriera?
FLORIANA: «Non credo, con la mia presenza di avere influito sulla carriera di mio marito. L’unica cosa che ho fatto, gli sono sempre stata vicina, questo sì». ANTONELLA: «Vorrei intervenire per dire che anche se la mamma non ha influito in modo oggettivo sul lavoro di mio padre, con la sua vicinanza gli ha però dato quella serenità, quella tranquillità e quella forza, che gli ha poi permesso di fare una carriera notevole. Ritengo che anche i consigli di mia madre sono sempre stati importati per mio padre». Oltre ad essere Vice Presidente della Ferrari, tuo marito è anche Presidente della Piaggio, società per la quale ha fatto tantissimo. Quest’ultimo impegno ha cambiato qualcosa nella tua vita? «Sono aumentati gli impegni, però capisco che per Piero questo lavoro è importante e gli da molte soddisfazioni. Insieme al marito di Antonella e ad altri collaboratori sono riusciti a creare una squadra che sta facendo un lavoro eccellente. Non bisogna dimenticare che sono riusciti a portare la Piaggio da una situazione critica a un livello molto alto».

Cosa ha significato per voi il diventare mamma?
FLORIANA: «Per me è stato il dono più bello che ho mai ricevuto, però l’essere diventata nonna è stato un momento ancora più emozionante».
ANTONELLA: « Anche per me essere diventata mamma è stata un’esperienza indimenticabile. Ritengo che per una donna sia la gioia più grande, una gioia che non può essere paragonata a nient’altro». Antonella, tu sei un avvocato. Ritieni che oggi, per una donna sia ancora molto difficile e faticoso affermarsi nel lavoro? «Sì. Ho avuto il mio primo bambino che ero molto giovane e mi ero appena diplomata. Mi sono iscritta all’Università e non mi sono mai presa una pausa da un esame all’altro. Sono riuscita a laurearmi a pieni voti, poi ho fatto due anni di pratica ed ho sostenuto l’esame da Avvocato. Devo dire che non è stato facile, perché ho cresciuto il mio bambino solo con l’aiuto dei miei genitori. I miei figli non hanno mai avuto una tata. Ho studiato tanto. Con la volontà, però, si può fare tutto.
E’ chiaro che per una donna è tutto più difficile e complicato. A 18 anni ho avuto Enzo, il mio primo bambino e a 30 Piero, il mio secondogenito. Ho un rapporto molto stretto con mio padre ed è stata per me una gioia poter dare il suo nome al mio secondo nato. Ripeto, per una donna è ancora difficile affermarsi nel lavoro, perché le donne, per assurdo, hanno ancora poca credibilità. Prendiamo ad esempio un avvocato giovane, donna, di bell’aspetto. Subito si pensa che non sia preparata ad affrontare certe cause e che magari un uomo avanti con l’età dia più garanzie. Questo non è vero. É necessario valutare caso per caso. Nel mondo del lavoro vi è ancora molto maschilismo. Ieri, ad esempio, ho interrogato 209 studenti, sono tornata a casa stanca e ho dovuto affrontare anche tutti gli impegni che impone una famiglia. La gestione della famiglia è quasi sempre sulle spalle di noi donne, che ci dobbiamo occupare di tante cose, compresa la salute dei nostri cari. Per fortuna che noi donne siamo molto più forti di quello che si può pensare».

Floriana, come vorresti fosse il futuro dei tuoi nipoti?
« Innanzitutto vorrei che avessero la salute e poi che vivessero una vita normale. Io e mia figlia li abbiamo cresciuti nella normalità, senza eccessi, quasi defilati e speriamo che la loro vita prosegua con semplicità. La salute e una vita semplice, solo questo chiedo per i miei amatissimi nipoti». É anche dai gesti, dalle parole e dai fatti che si riconosce il puro stile Ferrari, aggiungiamo noi... .


 
 
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