Lady Ella
la First Lady della canzone

Ella Fitzgerald, la potenza senza confronto, eclettica, pindarica, straordinario esempio di perfezione assoluta. Donna di una gentilezza incredibile e grande forza, aritista completa, inarrivabile che ha sempre amato tantissimo intonare con struggente sensibilità in quasi tutti i suoi concerti la celeberrima “Summertime”.

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Prima di scrivere questo articolo di lei conoscevo solamente Summertime, così ho cliccato you tube per ascoltare anche le sue più celebri interpretazioni come Every time we say goodbye, The man I love, Everything happens to me , The way you look tonight. Ho chiuso gli occhi e mi sono venuti i brividi! Chi è Ella Fitzgerald? Chi si nasconde dietro la straordinaria interprete del panorama jazz internazionale, che con la sua estensione vocale di più di tre ottave e la sua eleganza interpretativa si è guadagnata in tutto il mondo appellativi quali “Lady Ella”, “First Lady of song” ?
Siamo a New York alla fine degli anni Trenta. Nel ’33 il proibizionismo viene spazzato via e il jazz esce allo scoperto. Nonostante la recessione, la disoccupazione e la grande crisi, le persone hanno una gran voglia di divertirsi, di frequentare locali dove la musica è vivace, briosa ed eccitante, facile da ricordare e fischiettare. È il momento dello swing, che si diffonde via radio. È la nascita della radio. Ella Jane Fitzgerald nasce nel 1917 a Newport News, in Virginia e trascorre la sua infanzia a Yonkers, un sobborgo di New York. Rimasta orfana all’età di quattordici anni passa la sua adolescenza negli orfanotrofi e nei quartieri malfamati di New York. A soli diciassette anni fa il suo debutto come cantante sul palcoscenico dell’ “Harlem Apollo Theatre”, durante la serata dedicata agli artisti dilettanti si presenta come ballerina, ma il panico le impedisce di muoversi e per non lasciare il pubblico a bocca asciutta, decide di cantare assicurandosi così il primo premio.
Il caso vuole che quella stessa sera sia lì ad ascoltarla il sassofonista jazz Benny Carter, che in seguito la segnalerà a Chick Webb, batterista a capo di un’orchestra molto quotata. Ella ha spesso ricordato nelle sue interviste come il famoso scopritore di talenti, Chick non volesse saperne di lei: «Mi nascosero nel suo camerino e lo costrinsero ad ascoltarmi. Conoscevo solo tre canzoni. Chick non sembrava molto persuaso. Così acconsentì a prendermi in prova per una serata; la settimana dopo iniziammo a suonare al Savoy». A 17 anni d’età, Ella Fitzgerald viene assunta in pianta stabile con una paga di 15 dollari a settimana.
Dal 1934 al 1939 Lady Ella canterà con la “Chick Webb Band”, della cui direzione prenderà le redini dal 1939, anno della morte di Webb, fino al 1942. Nello stesso anno scoppia la seconda guerra mondiale. L’America entra in guerra. I musicisti vengono chiamati alle armi e il gruppo si scioglie. Ella decide di intraprendere un’attività più indipendente, inizia così la sua carriera da solista. La storia del jazz sta per conoscere la rivoluzione del be-bop e il fatto di essere libera le consente di collaborare proprio con i suoi protagonisti. Si tratta di personalità come Dizzy Gillespie, Charlie Parker, Thelonious Monk, Kenny Clarke e il bassista Ray Brown, che nel 1948 diventa il suo secondo marito (il matrimonio termina nel 1952). Non molti sanno che Ella si è sposata quattro volte, ma soltanto da Ray Brown, ha avuto un figlio che porta lo stesso nome del padre. Verso la metà degli anni ‘40, Ella Fitzgerald si esibisce in Europa e in Asia portando il suo jazz nelle sale da concerto classiche. Ormai è una diva: le sue ineguagliabili doti canore la portano ad affrontare diversi generi, primo su tutti lo swing, il dixieland e il blues, oltre all’immancabile jazz. Nel ’45 si unisce per una tournée nel sud degli Stati Uniti a Dizzy Gillespie. In questa tournée comincia a cantare ‘scat’, eliminando il testo delle canzoni . Entra poi nella Jazz at the Philharmonic nel 1946 e, nella prima metà degli anni ’50, intraprende una tournée che la porta in Nord America e in Europa, accompagnata dall’orchestra diretta da Duke Ellington. Nel ’54 Norman Granz diventa manager della Fitzgerald. Si moltiplicano le tournèe, il pubblico la ama, partecipa a tutti i più grandi festival americani, europei e giapponesi. «Ho sempre cercato di variare, di imparare ogni giorno quacosa di nuovo, altrimenti ci si fossilizza in quel che si fa e non si impara niente».
Un altro capitolo importante della carriera di Lady Ella è la collaborazione con Louis Armstrong, che vede i due impegnati nella registrazione di ben tre dischi di grande successo quali: Porgy and Bess in cui i due jazzisti interpretano l’opera di Gorge Gershwin, e due intitolati Ella and Louis e Ella and Louis again.
Tra il 1956 e il 1964 Ella incide, dei brani tratti dal repertorio dei più grandi compositori americani. Il 1957 è un anno cruciale: da 3-4 anni Ella Fitzgerald è richiesta in ogni parte del mondo, passa 10 mesi l’anno in tournée e i restanti 2 a incidere dischi. Si tratta di un ritmo massacrante e infatti finisce in ospedale a causa di un esaurimento nervoso. Alla fine del ricovero ha perso 20 chili, ma non la voglia di scherzare: “So perfettamente di non essere bella come le altre donne – commenta – ma vi confesso che mi sento imbarazzata perché mi ero affezionata alla mia linea e sono sicura che il pubblico preferisce vedermi cicciona”. Nel 1960 vince un Grammy Award (nella sua vita ne vincerà ben tredici) grazie alla sua dote interpretativa e la prontezza di improvvisazione dimostrata durante un concerto svoltosi a Berlino, in cui dimenticando il testo di una canzone, comincia ad improvvisare con grande divertimento ed entusiasmo. La sua ironia e la sua voglia di ridere non l’abbandona mai e anche sul finire della sua carriera durante i suoi concerti si diverte ad imitare le voci di alcuni suoi colleghi come Louis Armstrong, Dinah Washington, Della Reese e Rose Murphy.
Poi, nel 1965, accusa un nuovo collasso nervoso, ben più grave del precedente: la cantante viene confinata nella sua casa di Los Angeles e costretta a prendersi una pausa.
Anche se le condizioni di salute non le consentono di prendere parte a tutti i concerti, quando sale sul palco scoppia il finimondo: al Teatro Lirico di Milano gli applausi di sortita durano quasi 5 minuti.
Nel ’71 nuovi problemi di salute l’attendono al varco: una grave forma di diabete la rende quasi totalmente cieca. «Ora devo stare attenta. Quando qualche fotografo mi spara un flash vicino alla faccia... è come se qualcuno mi desse un pugno in un occhio».
Sebbene gli impegni maggiori vengano rispettati, la First Lady of Song dirada notevolmente i live e gli impegni discografici.
Ripetute operazioni agli occhi si alternano a inattesi ritorni sul palcoscenico e nel 1974 l’eccellente live “Ella In London” sembra dissolvere ogni dubbio sul futuro della cantante.
Dischi e concerti vanno diradandosi. Ma lady Ella non si perde d’animo, vive a Los Angeles, dove colleziona libri di cucina provenienti da ogni parte del mondo «Mi diverte leggerli. È come leggere delle storie d’amore. Vedi come con la stessa materia si possono fare molte cose diverse». «Rimpiango di non aver studiato musica. Qualche università mi ha chiesto di insegnare il jazz, ma io non sono una musicista. Non ho mai studiato. Sarebbe davvero bello se potessi sedermi davanti al piano a casa e scrivere qualcosa». «Un altro passo in avanti per me, sarebbe imparare a cantare in diverse lingue. Si deve sempre continuare ad imparare. Questo ti dà una sensazione di varietà». «Mi piacerebbe vedere un’orchestra jazz femminile. Ma forse mi accontenterei anche solo di poter vedere un’orchestra. È una delle cose che più rimpiango. Sarebbe molto bello se tornassero di moda le sale da ballo dove una volta cantavo».
Tra le sue ultime apparizioni in pubblico vanno ricordati il concerto al “Kool Jazz Festival” tenuto nel 1985 e la sua indimenticabile interpretazione nell’opera “Porgy and Bess” di George Gershwin, al fianco di Louis Armstrong.
Nonostante negli ultimi anni la grande cantante subisca una grave forma di diabete, continuerà ad esibirsi in pubblico con grande forza d’animo fino al 1992.
Muore quattro anni dopo, il 15 giugno all’età di settantotto anni a Beverly Hills, in California.

 
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