Il giardino dei frutti dimenticati

TRIBUTO DI CASA DI ANNA AL MAESTRO TONINO GUERRA

a cura di Laura Villani

Le realizzazioni a Pennabilli di Tonino Guerra e della moglie Lora e quelle della famiglia Pellegrini a Casa di Anna unite al progetto dei Patriarchi della Natura di riprodurre il germoplasma delle piante antiche hanno portato l’architetto Laura Villani all’idea di proporre la realizzazione a Casa di Anna di un magico incontro tra tre sensibilità affini portate a sviluppare speciali sinergie elettive in un progetto che avesse come oggetto la realizzazione di un Giardino dei Frutti Dimenticati dedicato a Tonino Guerra a Venezia.
Sentendo ogni anno più pressante la necessità di porre l’accento su problematiche aggravate da un processo di accelerazione sempre più esponenziale dei cambiamenti climatici in atto, dopo la presentazione in ambito internazionale del Cantico delle Creature con un edificio dedicato da OVS in occasione dell’Expo di Milano 2015 al progetto di Laura Villani che anticipava il tema dell’enciclica del Papa Laudato Sii, diventa sempre più mandatorio sensibilizzare l’opinione pubblica su obiettivi globali ed azioni del singolo da perseguire per salvare questa casa comune impegnandoci a dare un contributo nel proteggere gli elementi del creato così strettamente collegati tra loro.
Da queste considerazioni nasce l’idea di realizzare a Casa di Anna il Giardino dei Frutti Dimenticati che costituisca un incontro magico tra sinergie elettive impegnate a dare un segnale che possa coinvolgere altre realtà nella consapevolezza dell’urgente necessità di tutelare il territorio e il nostro magico e delicatissimo pianeta.
La messa a dimora di alcuni dei più rappresentativi frutti dimenticati è un gesto dalla valenza simbolica nel voler sensibilizzare l’attenzione dovuta alla protezione dell’ambiente e del territorio ma ha anche un valore genetico, storico e culturale nel proteggere varietà a rischio estinzione.
Un progetto volto alla tutela della biodiversità indispensabile per l’equilibrio degli ecosistemi, la qualità dell’acqua e dell’aria, la fertilità dei suoli e la salute dell’uomo e delle altre creature.
Un progetto tangibile per evidenziare quanto sia necessario ed urgente ridurre l’impatto ambientale promuovendo la sostenibilità del territorio che trova nell’azienda agricola sociale Casa di Anna che la ospita una sinergia di obiettivi.
Nata per volontà della famiglia Pellegrini su un terreno la cui storia millenaria vede il bene appartenuto sin dal 1378 alla Scuola Grande di San Giovanni Evangelista Casa di Anna si propone di valorizzare la consapevolezza di quanto sia indispensabile rispettare il territorio.
Una consapevolezza che regola tutte le attività della tenuta a 15 minuti da Venezia in cui collaboratori e ospiti si impegnano in un’agricoltura sostenibile a difesa della biodiversità, con un approccio biologico in un luogo di condivisione e incontro immerso nel verde, di persone in condizione di svantaggio sociale e disabilità.
L’azienda, articolata in vari edifici e un rustico restaurato dove si trovano un ristorante di grande livello e alcune camere destinate all’ospitalità, riserva un’attenzione privilegiata all’arte ed in particolare al cinema, grazie al figlio Giovanni Pellegrini regista.
Una sensibilità per le arti che rende appropriata la creazione di uno spazio dedicato alla straordinaria personalità di Tonino Guerra, la figura intorno alla quale ruota il progetto, scrittore, poeta, pittore e sceneggiatore di film che sono le pietre miliari della storia del cinema nel mondo.
Tonino Guerra che, durante la sua attività nel cinema realizzò una lunga serie di capolavori collaborando con i più importanti registi italiani del tempo quali per citarne alcuni Antonioni, Fellini, Tarkovskij, Rosi, o i fratelli Taviani, nel 1989, dopo essere stato urbano e cosmopolita, pur continuando a lavorare intensamente, decise di lasciare Roma per stabilirsi con la sua seconda moglie Eleonora Kreindlina, a Pennabilli nell'Appennino riminese.
Qui l’amore per la natura lo animò in un impegno crescente nel voler testimoniare l’urgenza di salvaguardare e valorizzare lo straordinario patrimonio di biodiversità con la realizzazione dei Luoghi dell’anima, tra questi l’Orto dei frutti dimenticati con l’intento di contribuire a salvare antichi frutti che ci fanno riscoprire i sapori dell’infanzia e il rispetto che dobbiamo riservare agli  alberi che “dobbiamo salutare ed abbracciare come cari amici perché ti caricano di energia positiva”.
L’Orto dei frutti dimenticati a Casa di Anna, curato dall’architetto Laura Villani, vedrà per rendere ancor più tangibile il tributo al grande Tonino Guerra gli alberi inseriti in un percorso visuale e sensoriale di immersione nella natura, dove leggere una serie di frasi di Tonino Guerra un modo per porsi in sintonia con questo straordinario genio poetico e creativo del cinema mondiale. La collezione di gemelli di alcuni dei alberi da frutto rari sono messi a disposizione come donazione al progetto  dall’Associazione Patriarchi della Natura, fondata da Sergio Guidi che ne è il Presidente con l’obiettivo di conservare lo straordinario patrimonio genetico del pianeta grazie all’impegno di volontari e esperti che in 40 anni ha ricercato, censito e riprodotto oltre 13.000 esemplari di cui si conserva il Germoplasma, banche genetiche con cui dare vita a cloni degli alberi a rischio di estinzione. Un gesto di valenza simbolica e di valore culturale nel preservare antichi alberi da frutto dei quali stentiamo perfino e conoscere i nomi  e che sanno di fiaba e di incantesimo come l’Azzeruolo, la pera Cotogna, la Corniola, il Giuggiolo, l’Uva Spina, il Biricoccolo, il Mirabolano ma che in realtà sono i frutti del futuro, perché gli unici in grado di resistere alle avversità climatiche e parassitarie.
Se per preservare la biodiversità, le Nazioni Unite alle Svalbard nel permafrost raccolgono i semi, l’Associazione Patriarchi della Natura, delle piante madri conserva il Dna che le consente di riprodurre alberi che, messi a dimora, costituiscono ora una Rete di Giardini della Biodiversità, unica a livello nazionale e modello di riferimento per altri Paesi perché in grado di preservare la straordinaria biodiversità di imponenti alberi monumentali.
Alberi secolari che con la loro longevità anche millenaria hanno resistito agli stress ambientali e alle avversità climatiche e parassitarie, (i larici di Bolzano di 2300 anni, l’olivastro in Sardegna di 3500 anni, il cipresso di Rimini di oltre 800 anni) e che, consentendo di eliminare l’uso di fertilizzanti e pesticidi tossici necessari alle varietà ad alto rendimento ma geneticamente deboli, danno un importante contributo al pianeta che si aggiunge alla capacità degli alberi di imprigionare l’anidride carbonica, limitando l’effetto serra e l’innalzamento del riscaldamento globale.

 
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