#Nonseisola

a cura di Carlotta Marzorati

Il 25 Novembre 2019 in occasione della giornata mondiale contro la violenza di genere si è tenuto il convegno #Nonseisola #sempre25novembre organizzato da Alley Oop – Il Sole24Ore nella rinomata sede di Milano. Hanno aperto i lavori le invitate d’eccellenza, l’On. Laura Boldrini e l’On. Avv. Cristina Rossello. La violenza sulle donne è considerata una violazione dei diritti umani ma nonostante ciò il fenomeno è in continuo aumento, infatti ogni quindici minuti una donna è vittima di violenza. A partire dalla XVII legislatura, la legge contro la violenza di genere persegue tre obiettivi principali: prevenire i reati, punire i colpevoli e proteggere le vittime.
Nel 1996 con l’emanazione della prima legge ad hoc in favore delle donne, si iniziò a considerare tale atrocità non più un delitto contro la moralità ed il buon costume ma bensì un delitto contro la libertà personale. Nel 2001 per tutelare le vittime di violenza domestica si introduce l’allontanamento del familiare violento.
Nello stesso anno vengono approvate importanti normative sul patrocinio a spese dello Stato per le donne senza mezzi economici, violentate e/o maltrattate per difenderle e far rispettare i loro diritti, in collaborazione con i centri antiviolenza e i Tribunali. Nel 2009 si raggiunge una prima grande vittoria con l’introduzione del reato di atti persecutori, c.d. stalking. Nel 2013 l’Italia compie un passo storico nel contrasto della violenza di genere con la Convenzione di Istanbul, le cui linee guida costituiscono il binario e il faro per varare efficaci provvedimenti a livello nazionale, per prevenire e contrastare questo fenomeno.
Attualmente, mentre il Senato ha istituito anche per la XVIII legislatura la Commissione d’inchiesta monocamerale sul femminicidio, la Commissione Giustizia della Camera ha avviato l’esame di alcune proposte di legge volte a rafforzare le tutele processuali delle vittime di reati violenti, con particolare riferimento ai reati di violenza sessuale e domestica.
Il Senato ha approvato la legge “Codice rosso”, in vigore dallo scorso agosto, che si propone di combattere in modo più rapido ed efficace la violenza sulle donne.
Le tempistiche per sporgere denuncia si allungano, si passa da sei mesi a dodici mesi,  in modo da garantire alle vittime di farsi coraggio e metabolizzare meglio l’accaduto. Il Codice rosso è infatti una corsia preferenziale dove, a seguito di denuncia, la vittima dovrà essere ascoltata entro massimo tre giorni per evitare la reiteraziome del reato. Un’altra importante novità, stando al passo con la tecnologia sempre più presente, è la nascita del reato di revenge porn, che prevede la reclusione (da uno a sei anni) per chi diffonde foto o video a contenuto sessuale per vendicarsi del partner dopo la fine della relazione. Visti gli ultimi tragici avvenimenti di cronaca nera, finalmente viene introdotto il delitto di deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso, sanzionato con la reclusione da otto a quattrodici anni o con l’ergastolo se, per effetto del delitto, la vittima perde la vita. Viene introdotto altresì il braccialetto elettronico quale strumento per garantire il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima.
Di tale fenomeno non se ne conoscono i numeri reali, è considerato infatti, sommerso. Le donne vittime di tali crimini hanno paura, si vergognano e spesso sono completamente plagiate e perseguitate dai propri aguzzini.
Per questo motivo, l’impegno volto ad evitare tali crudeltà non può essere solo legislativo, ma deve operare ab origine nella mente delle persone, in primis nella mente delle donne, le quali devono imparare ad amarsi, a denunciare, ad informarsi sui propri diritti e ad avere la forza di farli valere. Bisogna attuare campagne di sensibilizzazione nelle scuole, sui luoghi di lavoro e sui social media, facendo sorgere in ogni individuo il rispetto per la vita.

 
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