Silver Economy

IL 3 APRILE 2019 2019 A LOANO PROGETTO DONNE E FUTURO INCONTRA
GLI AMMINISTRATORI LOCALI PER PROGETTARE INSIEME
UNA STRATEGIA NUOVA BASATA SU SILVER ECONOMY

Nell’approccio di questo Convegno dobbiamo partire da un dato ineludibile: il trend demografico fa delineare “un nuovo assetto sociale, caratterizzato da un ruolo sempre più rilevante esercitato dagli anziani; è una rivoluzione culturale, con la quale tutti i settori della società civile, compresi quelli finanziari e politici, sono destinati a confrontarsi”.
È così che si fa sempre più avanti una nuova forma di economia, la cosiddetta “silver economy” (letteralmente l’“economia d’argento” come di colore argento sono i capelli dei “non più giovani”) e su cui noi oggi puntiamo il nostro focus.
È un’economia stimolata direttamente o indirettamente dai bisogni e dai consumi dei cittadini senior e comprende tutte le attività e i settori economici che coinvolgono o si rivolgono agli anziani: i servizi socio- sanitari inclusa l’assistenza domiciliare, l’abitazione, l’alimentazione ma anche lo svago e il turismo, la mobilità, i prodotti di consumo, la cultura e la formazione, l’occupazione e la finanza.

La popolazione continua a invecchiare
L’invecchiamento della popolazione è un dato di fatto che tutti noi conosciamo, ma è sempre utile ricordare alcuni dati: l’Italia è il paese più anziano d’Europa ed è seconda a livello mondiale preceduta solo dal Giappone.
• Nel 2016 gli ultrasessantacinquenni rappresentavano il 21% della popolazione mondiale, il 19,5% in Europa e il 22,7% in Italia.
Il 2018 è stato l’anno in cui per la prima volta in 160 anni (cioè dalla    nascita del nostro Paese in quanto Italia unita) gli ultra sessantenni hanno superato numericamente i giovani che non hanno compiuto trent’anni.
• Sempre in Italia si stima che nel 2036 i cittadini senior saranno il 29% della popolazione (con oltre il 5% di ultraottantenni) e continueranno a crescere fino a raggiungere il 35,1% nel 2050 (contro una percentuale media del 29,8% riferita all’Europa).
• A livello territoriale le “regioni più vecchie” si trovano in Italia soprattutto al centro-nord; la più vecchia è la Liguria, mentre la Lombardia è fra le regioni “più giovani” con una percentuale di ultrasessantacinquenni inferiore al 20%.
Fermarsi ai numeri è però riduttivo. Se è vero infatti che in Italia fra poco avremo 1 anziano (65+) ogni 4 abitanti è anche vero che quello che avremo di fronte sarà un “nuovo anziano” che “non si sente ancora vecchio”.
Un sondaggio dell’ “Osservatorio Senior” ci svela infatti che “la percezione della propria anzianità è sempre più decrescente”; alla domanda “si sente anziano ?” rivolta a un campione di cittadini fra i 65 e i 74 anni il 37% ha risposto “poco” e il 43% “per nulla”; solo il 20% ha dato risposte varianti fra “molto” (2%) e “abbastanza” (18%).
Il profilo dell’italiano ultrasessantacinquenne che ci dà l’ISTAT è quello di una persona che vive in una casa di proprietà, ha mezzi e tempo a disposizione per aiutare anche economicamente i familiari (30% dei casi), ha una vita sociale più ricca e frequenta più spesso gli amici, fa sport (il 14,4% tra i 65 e i 74 anni), va in vacanza e si dedica sempre di più ad attività di volontariato.
I suoi consumi – se vive in coppia e senza figli - sono più alti della media italiana e sono relativi soprattutto a tutto ciò che riguarda la casa, la salute e l’ alimentazione. È poi significativo che rispetto a dieci anni fa gli anziani spendano di più per Internet (utilizzato da quasi il 30% dei 64 -74enni), per attività culturali (teatro, cinema e musei) e per la pratica sportiva.
Gli ultrasessantacinquenni in altre parole spendono di più ( nel 2016 circa 180 miliardi € equivalente al 25% della spesa annuale di tutte le famiglie italiane) e soprattutto sono consapevoli delle nuove opportunità offerte loro da uno stato di salute migliore.

 
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