SUL SOFA' DI CHICCA C'E':
ARCH. LAURA VILLANI


Nata a Torino, si laurea in architettura all’Università di Firenze con Giovanni Klaus Koening, con una borsa di Studio del Centro Nazionale delle Ricerche CNR. consegue una seconda laurea in architettura a Houston (Texas USA) ed il prestigioso riconoscimento Clemson Fellowship, Architectural League di New York per il contributo al design americano. Divenuta un’esperta sul design americano, ha tenuto e tiene conferenze e corsi annuali quale visiting professor in diverse università quali il Pratt Institute ed il Bard Graduate Center for Studies in the Decorative Art di New York, la Houston University, l’ISIA di Firenze, la facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze, l’Università del Progetto di Reggio Emilia. Direttore del Centro di Cultura Visiva di Bologna, Presidente della Tehmina Durrani Foundation, è stata membro del Consiglio di Amministrazione di associazioni, fondazioni e musei in italia e all’estero, le è stato attribuito il premio DDC Design Award 2003 del Deutscher Designer Club Design Award. Si è occupata in Italia della progettazione architettonica e di grandi complessi per committenti pubblici, Centro Alimentare di Novoli, Carcere di Sollicciano, Centro Direzionale a Firenze, Complessi Scolastici finanziati dalla NATO nel Sud Italia. Ha ideato ed organizzato il Premio Internazionale diArchitettura“Il Principe e l’Architetto” consegnato in forma congiunta dal Sindaco di Bologna e di Milano e presentato in una mostra all’Urban Center nella Galleria Vittorio Emanuele di Milano.
Ha realizzato restauri, ristrutturazioni ed arredamenti di alberghi, negozi, gallerie d’arte, ville ed appartamenti in Italia ed all’estero. Nel campo dell’industrial design ha realizzato pezzi unici, linee di oggetti e elementi di arredo che portano la sua firma ed esposti in mostre, gallerie e musei, collaborando con aziende famose. Ha lavorato per la catena di grandi magazzini americani J.C.Penney e per la catena di grandi magazzini giapponesi Nichii (Mical Group) per la creazione di nuove linee per la casa, ha inoltre lavorato per la NASA di Houston nella progettazione degli interni dello Spacelab. Ha realizzato allestimenti con le più importante firme internazionali del design, dell’architettura dell’arte, della moda.
Al suo lavoro di designer e curatrice di mostre sono stati dedicate le copertine delle riviste Modo, La casa sui Campi, La Mia Casa, Ufficio Stile, Errealquadrato e libri monografici su singoli progetti. Incaricata di curare due progetti internazionali alla Biennale d’Arte di Venezia è stata inoltre incaricata della sezione Italia della Biennale d’Arte Jugoslavia nel Montenegro. Da anni si occupa della realizzazione, ideazione, organizzazione ed allestimento di mostre a carattere internazionale d’arte, design, architettura, moda e fotografia, in sedi museali internazionali o collaterali ad eventi fieristici, proponendo nuovi punti di vista e contaminazioni tra settori artistici differenti di alcuni dei più celebrati esponenti del mondo artistico invitati a progettare su temi specifici.
Giornalista professionista è Direttore della rivista bilingue Lifestyle It e International Lifestyle It che promuove la creatività italiana all’estero ed è portabandiera del made in Italy nel mondo, già corrispondente dall’Europa per riviste americane e ha collaborato con diverse riviste di architettura, design, arte e cultura.

Chicca: “Non solo Architetto, ma anche creative-designer per mostre ed iniziative di alto livello...”
LV: “Penso che una chiave di lettura ricorrente nel mio lavoro sia il desiderio di abbattere una visione a comparti della creatività, sia operando in vari settori di pertinenza dell’architetto, sia realizzando mostre in cui interagiscono settori considerati separati come design, moda, musica, arte, coinvolgendo autori di fama nella progettazione di un tema al di fuori del loro usuale raggio d’azione.”

Chicca: “Quale tra i progetti che ha recentemente curato, l’ha entusiasmata maggiormente?”

LV: “Un progetto in Triennale in occasione del Salone del Mobile di Milano dove è stata presentata una collezione di Pareti d’Autore progettate per l’occasione da esponenti del mondo artistico internazionale, provenienti da ambiti diversi, e con un proprio particolare mondo creativo, quali Sandra Bermudez, Lucio Dalla, Michele De Lucchi, Elio Fiorucci, Peter Halley, Romina Power e Karin Rashid. Ogni artista è stato invitato a portare la propria sensibilità artistica nel mondo della ceramica per ideare pareti, realizzate da Design Tale Studio, come opere con cui firmare lo spazio. Ogni progetto della collezione verrà presentato all’inizio di ottobre con l’evento The Grand Design Tour in alcune delle più prestigiose gallerie d’arte contemporanea di Bologna, come evento fuori salone di Cersaie 2007 nel centro storico della città.”

Chicca: “Lei si occupa maggiormente per quanto riguarda espressamente la sua professione di architetto, di realizzazione di nuove case o di recupero e restauro di palazzi e dimore d’epoca?”

LV: “Il patrimonio architettonico italiano, ma non solo, impone spesso all’architetto di utilizzare immobili esistenti e di fare sì che possano adattarsi a nuove richieste distributive e funzionali, è un compito affascinante sia perchè con il restauro si riesce a esaltare l’anima di un edificio, sia perchè spesso, in corso d’opera, si fanno scoperte molto affascinanti mettendo insieme indizi come in un film noir, che permettono di riconoscere le modifiche architettoniche anche a distanza di secoli. Arredare poi è come cercare di fare convivere la personalità, a volte forte, di uno spazio architettonico, con quella di chi ci andrà ad abitare, il committente, preferibilmente illuminato, una sorta di matrimonio tra affinità elettive dove l’architetto guida e propone le soluzioni ma non deve imporre il proprio gusto nè il proprio stile di vita.” 

Chicca: “Qual’è la tendenza del mercato per quanto riguarda il suo settore?”

LV: “Viene posta sempre più attenzione nel valorizzare il patrimonio artistico e nella realizzazione di momenti culturali di grande rilievo ed interesse che coinvolgono autori di fama nel portare gioia nel nostro quotidiano con la loro creatività, offrendo iniziative dove la cultura sia, possibilmente, vista come un momento ludico di approfondimento.”

Chicca: “Secondo Lei nell’immediato futuro prevarrà la domotica o il rispetto ambientale?”

LV: “Penso che non dobbiamo scegliere tra domotica e rispetto ambientale perchè non sono  scelte antitetiche. La tecnologia, che sarà sempre più presente negli spazi, ma in modo sempre meno invasivo e visibile, non impedisce che la struttura architettonica si integri nel paesaggio. Anzi penso che la forma più evoluta di concepire l’architettura, sia infatti quella di intenderla come elemento di continuità e non di rottura con la natura.”

Chicca: “Qual’è la differenza che trova tra lavorare in Italia e all’estero?”

LV: “In Italia, quasi a rileggere il modello rinascimentale, le professioni dell’architetto, del designer, del creatore di eventi culturali, sono molto spesso integrate e viste come espressioni creative in campi contigui, all’estero si tende alla specializzazione, che è più funzionale in senso stretto, ma anche meno foriera di stimolanti intuizioni.”

Chicca: “Quali sono i progetti futuri a cui sta lavorando attualmente?”

LV: “Sto progettando una grande mostra sullo stilista Elio Fiorucci che racconterà le sue tante collaborazioni con miti della musica come Madonna e Celetano, o dell’arte quali Jean Michel Basquiat, Keith Haring, Andy Warhol, o del design quali Ettore Sottsass o Alessandro Mendini, o del cinema come Brigitte Bardot o del suo recentissimo mondo Love Therapy.”

Chicca: “Frequentando il bel mondo e il jet set internazionale, qual’è la casa più bella a suo parere, che ha visitato?”

LV: “La casa è come un vestito su misura; va bene per noi e per i nostri amici, per cui ci sono tante case belle, come tante sono le personalità interessanti dei loro proprietari... trovo però che sia importante che le case siano vissute, amate, scelte come una passione travolgente, ma esprimersi sulla casa più bella è difficile per un architetto. Potrei citare tra le residenze per me speciali quella di amici newyorkesi che hanno una bellissima villa posta all’interno di uno sterminato parco con Firenze come fondale; molto originale la casa di un famoso architetto nel quadrilatero d’oro di Milano con la piscina raggiungibile anche con uno scivolo dalla camera da letto; vorrei citare Waddeson Manor, il castello magnificamente restaurato da Lord Jacob Rothscild nel Backinghamshire e ancora le sale con gli splendidi arredi settecenteschi di Vilar Perosa a Torino, o Palazzo Albrizzi a Venezia con i suoi straordinari decori a stucchi; la villa palladiana della Malcontenta dei Foscari o la residenza a New York di David Rockfeller con la sua meravigliosa collezione d’arte moderna e per finire mi viene in mente la residenza del Maharaja di Jodhpur Gaj Singh Ji. una delle più vaste del mondo, con una facciata in arenaria color oro imponente quanto quella del Metropolitan Museum e resa ancor più fiabesca se illuminata dal sole del tramonto...”

 
 
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