Mariavittoria Rava
(PPD 2014)

intervista di Cristina Bicciocchi - foto Archivio Fondazione Rava

Linda Laura Sabbadini

Mariavittoria Rava è Presidente della Fondazione Francesca Rava NPH Italia Onlus dal 2000. Laureata in legge all’Università di Statale di Milano con il massimo dei voti e la lode, è avvocato dal 1996.
Avviata alla carriera notarile, dopo l’improvvisa perdita di sua sorella Francesca in un incidente stradale, dedica parte del suo tempo a consulenze gratuite nel mondo del non profit. Conosce così l’organizzazione internazionale N.P.H. – Nuestros Pequenos Hermanos che dal 1954 aiuta i bambini di strada, orfani e abbandonati in America Latina, presente con uffici di raccolta fondi in tutto il mondo e che voleva aprirne uno anche in Italia.
Nel dare questa consulenza ebbe l’occasione di leggere i libri scritti dal fondatore Padre William Wasson e di appassionarsi alla sua opera. Dopo un master in fundraising e la conoscenza diretta di NPH attraverso la visita dei progetti in America Latina e dei principali uffici di raccolta fondi in Europa, s’innamora definitivamente e fonda la Fondazione Francesca Rava NPH Italia Onlus, che aiuta l’infanzia in condizioni di disagio in Italia, in Haiti e nel mondo. La sua attività è concentrata a portare aiuto alle migliaia di bambini orfani ed abbandonati che NPH accoglie nelle sue case ed ospedali in 9 paesi dell’America Latina, tra i quali Haiti, salvandoli dalla strada e dando loro, insieme a tanti volontari, speranza, cure mediche, istruzione, un futuro, anche tramite l’adozione a distanza. Tanti i riconoscimenti ricevuti in questi anni come il Premio Internazionale Profilo Donna e il riconoscimento a Cavaliere della Repubblica, ricevuto dal Presidente Mattarella.
Buongiorno Mariavittoria e complimenti per tutto quello che sei riuscita a realizzare con l’operato della Fondazione Francesca Rava NPH Italia Onlus che dimostra il cuore davvero grande che hai! Una vita spesa ad aiutare i bisognosi, non solo in Italia ma soprattutto in America latina e ad Haiti dove la situazione dopo il terremoto del mese di agosto, è di nuovo di grande emergenza!
In Haiti è sempre emergenza. Ad uno scenario già fortemente compromesso per fame, sete e malattie curabili, si è aggiunta la pandemia Covid-19 e un altro terremoto che si è abbattuto sull’isola lo scorso agosto, seguito da una tempesta tropicale. Il Covid-19 ha provocato molte vittime nella scarsità di ossigeno per le terapie intensive e di vaccini. Inoltre il paese è in preda al terrore delle bande responsabili di rapimenti e sparatorie.
L’inflazione persiste e milioni di persone sono sempre più povere. Proprio per questo è fondamentale continuare a sostenere l’Ospedale Saint Damien, unico pediatrico e gratuito dell’isola, che assiste ogni anno 80.000 bambini. È una struttura di eccellenza, realizzata su progetto tecnico italiano, costruita e sostenuta dalla Fondazione Francesca Rava, centro di riferimento per i soccorsi internazionali dopo il terribile sisma che colpì drammaticamente l’isola nel 2010 provocando 230.000 morti, 300.000 feriti e 1 milione di sfollati, base della Protezione Civile e della Marina Militare con la portaerei Cavour. I nostri progetti sono sempre attivi anche e soprattutto nei periodi di crisi perchè secondo la nostra filosofia che mira all’empowerment, vi lavorano solo persone del posto: i medici e infermieri sono tutti locali, formati da professionisti italiani e internazionali d’eccellenza per garantire cure di primo mondo ai bambini.
Qual è la mission della Fondazione Francesca Rava?
Aiutiamo l’infanzia e l’adolescenza in condizioni di disagio, le donne fragili in Italia, in Haiti e nel mondo.
Una delle motivazioni che hanno spinto la Fondazione a profilarsi a livello internazionale è l’intervento in prima linea in modo tempestivo e concreto nelle emergenze che colpiscono i bambini e le loro famiglie.
Con la sua costante opera, la Fondazione contribuisce, inoltre, al raggiungimento dei Sustainable Development Goals dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite (UNSDG), lavorando anche al fianco delle Aziende e della Società Civile.
Una parte importante della nostra mission è l’educazione ai valori del volontariato e la sensibilizzazione sui diritti dei bambini.
In che modo aiutate, concretamente, i bambini e in quali settori opera la Fondazione?
Aiutiamo migliaia di bambini in tanti modi efficaci: tramite adozioni a distanza, progetti, la sensibilizzazione sui diritti dei minori, la diffusione della cultura del volontariato con programmi specifici in Italia e all’estero. Inoltre i settori in cui operiamo costantemente sono l’assistenza sanitaria, l’istruzione, l’accoglienza ai bambini orfani, abbandonati o in disperato bisogno, con risposte immediate e programmi di empowerment a medio-lungo termine. La Fondazione rappresenta in Italia N.P.H. – Nuestros Pequeños Hermanos, organizzazione umanitaria internazionale che dal 1954 salva i bambini orfani e abbandonati nelle sue Case, scuole ed ospedali in 9 paesi dell’America Latina con il motto “un bambino per volta, dalla strada alla laurea”. Rappresenta, inoltre, la Fondazione St Luc di Haiti che riunisce i ragazzi cresciuti nella Casa NPH sull’isola. Interviene con numerosi progetti di assistenza sanitaria, educativa e di empowerment. La formazione del personale sanitario, avviene grazie a gemellaggi con ospedali italiani d’eccellenza.
Immagino ci sia sempre più bisogno di aiuti e volontari che possano portare avanti le finalità della vostra mission, come i Campus…
Assolutamente si. Il volontariato è una delle colonne portanti di NPH e i nostri preziosi volontari sono la forza motrice dei tantissimi progetti in aiuto a migliaia di bambini in Italia, in Haiti e nel mondo. Ci sono molti modi per aiutare, concretamente, ad esempio con i campus di volontariato in Italia e all’estero. Altruismo, desiderio di condivisione, amore per i bambini, voglia di mettersi in gioco, conoscenza di culture diverse: sono queste le parole d’ordine per chi decide di vivere l’esperienza dei campus della Fondazione Francesca Rava dove migliaia di bambini vivono come una grande famiglia.

Ricordiamo che siete operativi non solo in America Latina e ad Haiti ma anche in Italia; qui di cosa Vi occupate in particolare?
Il nostro cuore è sempre nella poverissima Haiti.
Ma la Fondazione è costantemente attiva anche in Italia,  su tutto il territorio nazionale. Con l’iniziativa In Farmacia per i bambini aiuta 40.000 bambini in povertà sanitaria; contrasta l’abbandono neonatale con il progetto nazionale ninna ho, realizzato insieme al Network KPMG; sostiene con progetti medici ed educativi i bambini di oltre 800 case famiglia, comunità per minori, enti che aiutano le famiglie in difficoltà. Nel Centro Italia colpito dal terremoto del 2016, ha realizzato 8 scuole. Nell’emergenza Covid-19 la Fondazione ha supportato 30 ospedali in 11 Regioni con invio di volontari sanitari specializzati e attrezzature altamente sofisticate. Con il progetto SOS Spesa – La Spesa per chi ha bisogno - ha aiutato 50.000 persone tra case famiglia e comunità per minori, famiglie e anziani soli e in povertà. Con il progetto SOS Scuola garantisce il diritto allo studio ai ragazzi accolti nelle Case famiglia e comunità per minori.

Hai creato una Fondazione molto importante e operativa a livello internazionale dopo un lutto che ti ha segnato la vita e hai toccato con mano quanto spesso sia difficile aiutare gli altri.
Si, è proprio così. Il drammatico evento della scomparsa di mia sorella Francesca ha completamente stravolto la mia vita e quella della mia famiglia. Dopo questo grave lutto ho dedicato parte del mio tempo ad offrire consulenze gratuite nel modo del non profit. Ho conosciuto, così, l’organizzazione internazionale N.P.H. – Nuestros Pequeños Hermanos (i nostri piccoli fratelli), con uffici di raccolta fondi in tutto il mondo e con l’obiettivo di aprire un ufficio anche Italia. Sono mamma di due ragazzi, abituati fin da piccoli ad essere i primi volontari della Fondazione. Abbiamo trascorso i nostri Natali e i periodi di vacanza ad aiutare i bambini delle Case NPH ed è stato un grande privilegio che negli anni ho voluto offrire anche a centinaia di altri giovani e ai nostri donatori con le loro famiglie.
Partecipare in prima persona e vedere con i propri occhi i progetti, rimboccarsi le maniche per partecipare alle attività, abbracciare i bambini, essere davvero vicino a chi soffre sono le esperienze che cambiano la vita di tutti. In definitiva, la domanda che ci facciamo tutti i giorni è: Che cosa tu faresti per tuo figlio, se questo bambino fosse tuo figlio? Questo lo applichiamo in tutti i progetti ed è quello che ci spinge a fare sempre meglio per i nostri bambini.

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